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Caso Cucchi, il generale Nistri: “Spiraglio di luce, è ora di accertare tutte le responsabilità”

Lo ha detto il comandante generale dell’Arma dei Carabinieri intervistato dal direttore di Radio Capital, Massimo Giannini. “Siamo al fianco dell’autorità giudiziaria”


Forse si è aperto uno spiraglio di luce: mi sembra che sia la prima volta che un militare di quelli presenti quella sera ha riferito la sua verità, che ora dovrà passare al vaglio dell’autorità giudiziaria, ma noi siamo al fianco dell’autorità giudiziaria, perché è ora che siano accertate tutte le cause e le dinamiche di quanto successe quella sera”. Lo ha detto Giovanni Nistri, comandante generale dell’Arma dei carabinieri, intervistato su Radio Capital dal direttore Massimo Giannini sul caso Cucchi.

“Con convinzione – ha detto il generale – ribadisco vicinanza umana e solidarietà alla famiglia Cucchi: chi ha subito un lutto così grave, in circostanze così particolari non può che ricevere piena solidarietà da parte nostra. Quei carabinieri sono stati sospesi e nel momento in cui saranno accertate le responsabilità, l’Arma prenderà le decisioni che le competono, che possono arrivare fino alla destituzione: non guarderemo in faccia a nessuno. Ma non si può parlare di violenza di Stato: è stata violenza di alcuni appartenenti ad apparati dello Stato, e lo Stato non può essere chiamato responsabile dell’irresponsabilità di alcuni”.

Caso Cucchi, Nistri (comandante generale dei Carabinieri): “È ora di accertare tutte le cause”

“Tutti i carabinieri hanno giurato fedeltà alla Costituzione, e l’articolo 13 punisce ogni violenza fisica e morale sulle persone sottoposte a restrizioni di libertà. Se sei carabiniere devi avere il massimo rispetto per le persone. E hai il dovere morale di dire la verità e di dirla subito, senza ritardo”, ha aggiunto il generale stigmatizzando quindi il ritardo con cui il carabiniere Francesco Tedesco ha confessato il pestaggio accusando i suoi colleghi e imprimendo una svolta decisiva per la ricostruzione giudiziaria della vicenda.

Il racconto del pestaggio fatto da Tedesco ha “frasi molto crude che delineano uno scenario assolutamente inqualificabile”, ha detto Nistri. Se risulteranno colpevoli, i tre militari sospesi non torneranno nell’Arma. Come ha fatto l’Arma anche nei confronti dei due ex cranbinieri accusati dell’altro fatto drammatico di Firenze”, lo stupro delle due studentesse americane.

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Quanto alla forte impressione che ci siano stati insabbiamenti e vere e proprie intimidazioni nei confronti prima di Casamassima – l’appuntato che raccontando quello che aveva sentito dai colleghi aveva permesso di riaprire il caso – e poi di Tedesco, il generale Nistri è perentorio:  “E’ un’illazione offensiva del buon nome dell’Arma. A pensar male a volte si azzecca ma si fa sempre peccato”, ha risposto ricostruendo la sequenza delle date che hanno portato alla notifica a Tedesco dei procedimenti disciplinari nei suoi confronti proprio in coincidenza della sua deposizione in procura, e spiegando la circostanza come un caso dovuto al rispetto di precisi tempi amministrativi.

E se secondo l’appuntato Casamassima il gesto di Tedesco ha risollevato l’onore dell’Arma, per il generale “l’Arma non ne ha alcun bisogno perché si risolleva tutti i giorni per i 6 caduti per servizio nell’ultimo anno e i quasi duemila feriti per la lotta alla criminalità. L’Arma è amareggiata perché alcuni componenti sono coinvoli in un vicenda che non fa onore ai singoli componenti, ma l’Arma è tutto il resto”.

Chiedere scusa alla famiglia? Il generale pesa le parole: “L’Arma chiede sempre scusa quando alcuni dei suoi componenti sono venuti meno al dovere di essere ciò che avrebbero dovuto essere”, dice ribadendo di aver già incontrato in passato “Ilaria Cucchi con il suo avvocato” e di essere pronto a incontrarla di nuovo “se lo ritiene bello e opportuno

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