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CALCIOSCOMMESSE | LE CAMARILLE

parentopoli ALEMANNO

Atac, parenti, amici e una ex cubista:
854 assunzioni a chiamata diretta

Autobus dell'Atac
ROMA (27 novembre) – Assunzioni sospette all’Atac, una vera e propria parentopoli con mogli, figli, generi di potenti della politica romana e anche una ex cubista. Il sindaco Gianni Alemanno ordina un’inchiesta e l’opposizione grida allo scandalo.
«In relazione agli articoli di stampa relativi all’azienda Atac, il sindaco di Roma Gianni Alemanno, ha dato mandato al nuovo amministratore delegato Maurizio Basile, di effettuare un’inchiesta interna per verificare la veridicità di quanto pubblicato, controllando i criteri di assunzione che sono stati utilizzati dalle precedenti amministrazioni nell’ultimo decennio. I risultati di questa verifica saranno presentati dall’amministratore delegato entro massimo 15 giorni, adottando le iniziative conseguenti. A gennaio sarà presentato il nuovo piano industriale di Atac attraverso il quale si garantirà il processo di riassetto dell’azienda di trasporto pubblico romano». Lo comunica l’Ufficio Stampa del Campidoglio.

Alemanno, insomma vuole capire cosa è successo 
nell’azienda di trasporti romani da quando è sindaco ma anche cosa è successo negli ultimi dieci anni, cioè quando il capo dell’amministrazione capitolina era Walter Veltroni. Se il presunto scandalo coinvolgesse trasversalmente le due giunte, l’attuale opposizione non potrebbe alzare la voce come sta facendo ora. Per il Momento la parentopoli sarebbe una questione confinata negli ultimi due anni ma tra due settimane dovrebbe essere tutto più chiaro.
Valeriani: esposto alla Corte dei Conti. «È incredibile il declino non solo economico ma anche morale delle aziende del Gruppo Campidoglio oramai da due anni e mezzo. Dopo le note vicende in Ama adesso è la volta di Atac le cui 800 e passa assunzioni hanno fatto lievitare di circa 50 milioni di euro i costi dell’azienda. Di questa triste vicenda l’aspetto più rilevante che sembra emergere è la fitta rete di parentopoli e affiliati politici fino alla nota di colore di una cubista molto nota nei locali notturni romani. Mi auguro che al più presto Alemanno dica qualcosa. Tale situazione è così eclatante che sicuramente raccoglierà le attenzioni della Corte dei Conti ed io stesso preparerò un esposto». Lo dichiara in una nota il consigliere capitolino del Pd, Massimiliano Valeriani.
Miccoli: no all’aumento del biglietto in cambio di assunzioni di comodo. «Lo scandalo delle assunzioni di parenti e amici, e addirittura di una cubista nell’Atac di Alemanno è davvero vergognoso. Soprattutto perché l’azienda è a rischio fallimento e nei prossimi mesi il sindaco sarà costretto ad aumentare il biglietto ai romani per ripianare questo deficit. Ma il sindaco sappia che il Pd si batterà in ogni modo per evitare che i debiti dell’Atac causati da assunzioni vergognose, venga ripianato dai cittadini già tartassati dalle tasse di Alemanno e Berlusconi. Se i manager dell’Atac vogliono le cubiste se le paghino con i loro soldi». Lo afferma in una nota il coordinatore romano del Pd, Marco Miccoli.
Maruccio: insulto a tutti i romani. «Comincia ad essere chiara a tutti l’accezione che il centrodestra, e in particolare gli Alemanno boys, hanno del concetto di servizio pubblico: un luogo dove, a spese del pubblico, cioè tutti quanti noi, rendere un servizio a coniugi, parenti, figli, affini e conoscenti vari». Lo dichiara in una nota il segretario regionale dell’Italia dei Valori, Vincenzo Maruccio. «La risposta a tutti quelli che si chiedevano da dove venisse il deficit che sta portando l’Atac sull’orlo del fallimento, e in particolare a coloro che dai banchi della maggioranza comunale si sono affrettati a scaricare le colpe sulle giunte precedenti, è semplice: 854 assunzioni per chiamata diretta negli ultimi 2 anni, per un costo di 50 milioni di euro l’anno. Un insulto a tutti i romani, coloro che usufruiscono di mezzi pubblici sempre più scadenti».

Roma, la parentopoli di Alemanno
Duemila assunti nelle municipalizzate

All’Atac (trasporti) chiamate 850 persone. All’Ama, l’azienda dei rifiuti, gli “arruolati” sono invece un migliaio. Procura e Corte dei Conti indagano per verificare eventuali responsabilità penali o erariali. Via il caposcorta del sindaco

ROMA – Non bastava la bufera esplosa sulla Parentopoli in Atac, la società del trasporto pubblico romano che dopo l’elezione di Gianni Alemanno in Campidoglio ha imbarcato più di 850 persone, tutte per chiamata diretta e legate da rapporti familiari o politici ad esponenti del centrodestra locale, dirigenti aziendali e sindacalisti. Ora, per il sindaco della capitale si apre un nuovo fronte: il reclutamento di un migliaio di nuovi dipendenti (sui 7mila totali) in un’altra ex municipalizzata, l’Ama, che si occupa di raccogliere e smaltire i rifiuti della città. Dove, partire dal 2008, sono stati assunti, tra gli altri, il genero dell’ad Franco Panzironi, braccio operativo della Fondazione alemanniana Nuova Italia; la figlia del caposcorta del sindaco, Giorgio Marinelli, il quale aveva già provveduto a piazzare il primogenito in Atac; la compagna dell’ex capogruppo pdl in Campidoglio, ora traslocato a La Destra, Dario Rossin; oltre alla solita pletora di mogli, cognati e cugini di vari pidiellini di secondo piano, ma assai utili in campagna elettorale.
La prova provata di come l’occupazione clientelare delle società controllate dal Comune sia ormai diventato un sistema. Ai confini del lecito. Tant’è che sia la Procura della Repubblica sia la Corte dei Conti hanno aperto un fascicolo per accertare eventuali responsabilità sotto il profilo penale e del danno erariale.
Tutto parte da un’inchiesta di Repubblica che, da una decina di giorni, indaga sulla moltitudine di congiunti e sodali arruolati in Atac e in Ama nell’era del centrodestra. Nonostante le opposizioni abbiano subito chiesto la testa di Alemanno e dell’assessore ai Trasporti Sergio Marchi, finora l’unico a rimetterci è stato il caposcorta del primo cittadino che ieri si è dimesso dal suo incarico. Ad annunciarlo, lo stesso inquilino del Campidoglio: “Marinelli non è più il mio caposcorta, è ritornato in polizia”, decisione assunta “in via precauzionale per evitare speculazioni sull’accaduto”, ha spiegato Alemanno, negando tuttavia ogni suo coinvolgimento. “Non mi occupo di assunzioni, sull’Ama non mi risultano particolari scandali e poi non mi ricordavo neanche che quell’agente avesse una figlia”, ha tagliato corto.
E pazienza che l’azienda dei rifiuti abbia sostanzialmente confermato il numero dei dipendenti (954) arruolati a partire dal “9 agosto 2008, giorno di insediamento della nuova amministrazione”, e ammesso di aver effettuato, “come prevede la normativa vigente”, delle semplici selezioni affidate ad agenzie per l’impiego pubbliche e private. Per il sindaco sotto assedio ora è tempo di cambiare: “Bisognerebbe rendere obbligatoria la pratica dei concorsi anche per le municipalizzate, così come si fa al Comune, in modo da superare il problema delle chiamate dirette o dalle selezioni fatte da agenzie interinali”, dice ora che dalle sue parti tutto il sistemabile è stato sistemato.
Ma le opposizioni, che sul tema hanno già presentato interrogazioni in Parlamento e in Campidoglio, non intendono mollare. “Dopo l’Atac, le assunzioni clientelari all’Ama”, tuona il deputato ed ex assessore pd Jean Leonard Touadi. “Fino ad oggi Alemanno ha fatto finta di nulla: ora basta. Ha il dovere di rendere conto alla città di come lui e la sua amministrazione hanno gestito una materia tanto delicata”. Durissimo il segretario regionale dell’Idv Vincenzo Maruccio: “Cosa deve ancora emergere perché Alemanno si rassegni le dimissioni?”. E mentre il senatore dipietrista Stefano Pedica minaccia che “di qui a pochi giorni renderò noti gli elenchi delle assunzioni negli ultimi cinque anni alla Provincia, alla Regione, al Comune e in tutti gli enti controllati perché la Parentopoli, in un momento di crisi del lavoro, è uno schiaffo a tutti i cittadini onesti che fanno concorsi”, il capogruppo pd in Campidoglio profetizza: “Stavolta non sarà facile per il sindaco convincere i romani che lui non c’entra nulla. Ora chieda scusa”.

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