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Calabria, boss vuole portare la Madonna in processione, i carabinieri bloccano cerimonia

E’ accaduto a Zungri, un centro in provincia di Vibo Valentia


VIBO VALENTIA – I carabinieri sono intervenuti a Zungri, un centro in provincia di Vibo Valentia, per interrompere la processione della “Madonna della Neve” dopo che un presunto boss della ‘ndrangheta, Giuseppe Accorinti, di 59 anni, aveva preteso di essere incluso tra i portatori dell’effige.
Alla richiesta si é opposto, però, il Comitato promotore dei festeggiamenti e ne é scaturita una discussione. A tutta la scena hanno assistito i carabinieri che erano in servizio d’ordine sul posto e che hanno immediatamente bloccato la processione. Dopo l’allontanamento di Accorinti, i militari hanno autorizzato lo svolgimento della manifestazione religiosa. Gli uomini della Compagnia di Tropea stanno ascoltando il parroco di Zungri, don Giuseppe La Rosa, e alcuni fedeli per ricostruire i fatti per poter inviare un’informativa alla Procura della Repubblica di Vibo Valentia. Al momento, il presunto boss non risulta avere conti in sospeso con la giustizia.
Non è la prima volta che in Calabria la ‘ndrangheta rivendica un ruolo da protagonista nel corso di processioni religiose. Era già accaduto che i boss pretendessero di essere fra i portatori delle statue sacre o di ricevere specifici atti di omaggio.
Nel luglio del 2014, a Oppido Mamertina, nella Piana di Gioia Tauro, l’effige della Madonna delle Grazie fu fatta sostare, in segno di rispetto, davanti alla casa del boss Giuseppe Mazzagatti. In quella occasione, il maresciallo dei carabinieri a capo della caserma locale che coordinava il servizio d’ordine durante la processione si allontanò. Fu il sottufficiale a inviare un’informativa dettagliata alla Dda di Reggio Calabria. Il vescovo di Oppido Mamertina-Palmi, monsignor Francesco Milito, dispose la la sospensione per tre anni di tutte le processioni religiose nella Piana di Gioia Tauro.
Episodi analoghi si sono verificati negli ultimi anni anche in provincia di Vibo Valentia. Due i casi più eclatanti, a Sant’Onofrio ed a Stefanaconi. Nel primo centro, “regno” della cosca Bonavota, il rito dell'”Affruntata”, che celebra l’incontro tra la Madonna e il Cristo Risorto nel giorno di Pasqua, fu “commissariato” per due anni su disposizione del vescovo, monsignor Luigi Renzo. In occasione di una delle due interruzioni, le statue furono portate dai carabinieri. La volta successiva a sostenere le effigi sacre furono i volontari della Protezione civile comunale, scelti in base a un sorteggio e dopo un’attenta disamina della loro fedina penale.
Procedura simile fu seguita per un anno, sempre su disposizione del vescovo, a Stefanaconi, dopo la scoperta della pesanti ingerenze da parte della cosca Patania. Anche in quel caso i portatori furono estratti a sorte tra i volontari della Protezione civile.

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