Brasile, l'ex terrorista Cesare Battisti tenta di fuggire in Bolivia: arrestato

L’istanza – sottolineava il giornale – sarebbe già stata sottoposta a una «prima analisi tecnica», ma avrebbe intanto ottenuto il consenso di due ministri di Temer: quello della Giustizia, Torquato Jardim, e quello degli Esteri, Aloysio Nunes Ferreira. Per quest’ultimo, in particolare, un eventuale via libera all’estradizione di Battisti sarebbe un gesto «importante dal punto di vista diplomatico».
Sotto il profilo giuridico, l’esecutivo verdeoro avrebbe già trovato riscontro in una deliberazione della Corte suprema risalente al 1969. In base a questo parere dei giudici supremi, «la pubblica amministrazione può annullare i propri atti», in presenza di un vizio, oppure revocarli «per ragioni di convenienza o di opportunità». Seguendo questo ragionamento – osservano i media – la decisione di Lula potrebbe essere rivista da Temer. Ma l’attuale capo di Stato brasiliano per il momento preferirebbe evitare il tema Battisti, sostiene O Globo. E anche le autorità dei rispettivi paesi negli ultimi anni hanno sempre cercato di manifestarsi con discrezione sull’argomento.
Battisti, 62 anni, è stato condannato in via definitiva in Italia all’ergastolo per quattro omicidi compiuti durante gli anni di piombo. Il suo arresto avvenne nel 2007 a Rio de Janeiro, ma tre anni dopo l’ex presidente-operaio, Luiz Inacio Lula da Silva, respinse la richiesta di estradizione presentata da Roma e, come ultimo atto del suo mandato, il 31 dicembre 2010, concesse all’ex militante rosso lo status di rifugiato politico. Già nel marzo del 2015 Battisti era stato arrestato in Brasile, ma era stato liberato poche ore dopo.