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Boniciolli lascia la Fortitudo: "Non voglio essere un peso". E poi volano insulti

BOLOGNA Matteo Boniciolli da lunedì alle 17.30 non è più l’allenatore della Fortitudo. Dopo il nuovo malore avuto domenica negli spogliatoi poco prima della gara di Forlì e gli accertamenti tra la notte e il pomeriggio a Villalba, il tecnico ha deciso di fermarsi. Boniciolli chiude qui la sua stagione da allenatore biancoblù, mentre da subito la Effe cercherà un nuovo tecnico per chiudere la regular e giocarsi i playoff. “Non voglio essere ricordato come un peso ma come una risorsa, sono stato io il primo a suggerire di chiuderla qui – dice l’ormai ex coach -. C’è stato un grande abbraccio con il presidente e da oggi io non sono più allenatore della Fortitudo”. Un rientro affrettato dopo i primi problemi di salute, la necessità di nuovi controlli e ora di seguire un percorso di riposo e riabilitazione. E così dopo tre anni e mezzo le strade di Boniciolli e dalla Fortitudo si separano, anche se lui resterà a Bologna e lo staff che ha costruito, a partire dal vice Comuzzo che prenderà provvisoriamente le redini della squadra, resterà, anche con l’allenatore che porterà a termine la stagione, sul quale le voci più insistenti sono quelle di Pozzecco e Repesa. “Non voglio che le sorti della squadra dipendano dalle mie condizioni fisiche, ieri i giocatori mi hanno visto cadaverico sotto un telo, non hanno giocato tranquilli e non è giusto – commenta Boniciolli -. Ora mi fermo, spero di poter tornare ad allenare”.

Boniciolli show contro i social: “Sono un violento”

Del passato, il ricordo migliore è quello di “aver contribuito alla nascita di una grande società, con grande struttura,  che è cresciuta come nessun’altra in Italia”. Il rammarico non aver finito il percorso, oltre a un messaggio per chi ha suggerito sui social che l’ultimo malore sia arrivato dopo un alterco con la squadra: “Un pezzo di merda con una malattia più grave della mia, venga da me di persona a dire queste cose”. Stesso tono usato dal presidente Christian Pavani: “Sono cazzate, e chi lo ha detto è un porco”.Tirinnanzi Pier Francesco indagato

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