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“Bomba” fiscale, ITA, ASPI: le priorità del nuovo esecutivo

Consapevole che lo attende una sfida difficile, Mario Draghi ha accettato “con riserva” l’incarico che gli è stato affidato dal Presidente Sergio Mattarella. Adesso prova a cercare una maggioranza per sostenere quel governo “di alto profilo” che il Capo dello Stato ha evocato nel suo discorso, chiamato a risolvere le gravi emergenze del Paese. Un esecutivo che, proprio per questo, dovrà contare su una robusta maggioranza.

Se il sostegno di PD e Italia Viva è già stato messo nero su bianco, come anche il semaforo verde di Forza Italia, riflettori puntati su centrodestra e Movimento Cinque Stelle, che faranno da ago della bilancia. Alla fine, insomma, anche per Mario Draghi varrà la stringente logica dei numeri che ha sbarrato la strada al Conte ter. Il Capo dello Stato è stato chiaro: o governo di “alto profilo” o voto. Tertium non datur.

Se, alla fine, l’ex numero uno della Banca centrale europea riuscirà a convincere i partiti,  il nuovo esecutivo si troverà a fronteggiare diversi dossier di peso rimasti sospesi. Dalla nuova tranche di ristori che superi le rigidità dei codici Ateco alle misure per gestire la ‘bomba’ cartelle esattoriali, 50 milioni ai nastri di partenza quando tramonterà la stagione delle proroghe per l’emergenza coronavirus: questi i dossier più urgenti, “congelati” dalla crisi di Governo.

Bisognerà mettere mano anche ai dossier Rete unica e  Autostrade. Una volta sciolta la riserva, in cima all’agenda, la questione del decollo della nuova Ita, il cui piano industriale è ora all’esame delle Commissioni competenti di Camera e Senato, chiamate a esprimere un parere motivato non vincolante al quale seguirà quello decisivo di Bruxelles che chiede discontinuità rispetto alla vecchia compagnia. Centrale rimane, poi, il dossier Aspi.

Su tavolo anche l’affaire ex Ilva. A fine gennaio, è arrivato l’ok dell’Antitrust europeo sull’accordo di coinvestimento tra Invitalia e A.Mittal, che sancisce l’ingresso dello Stato nella siderurgia. Tuttavia, al momento i 400 milioni con cui Invitalia dovrebbe acquisire il 50% del capitale di Am. Invest.co non sembrano essere stati ancora sbloccati così come risultano congelate le norme per l’integrazione salariale alla cig dei 1.600 lavoratori dell’Ilva in amministrazione straordinaria.

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