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Bologna, le scuole riaprono con uno sciopero

Protesta contro il rischio per 550 insegnanti di tornare a fare supplenze. Disagi oggi dopo le feste soprattutto per materne e primarie

BOLOGNA La scuola riapre oggi, dopo le vacanze natalizie, con sciopero. L’astensione coinvolge in particolare la scuola materna statale e la primaria e riguarda la vicenda delle maestre con il diploma magistrale — 550 in questa situazione in Emilia Romagna — assunte con riserva e che, dopo il pronunciamento del Consiglio di Stato in adunanza plenaria, devono tornare a fare le supplenti.
Ma sono 43.600 (seimila in regione) i diplomati magistrali depennati dai giudici dalle graduatorie ad esaurimento, il canale per arrivare a una cattedra di ruolo.Insomma, la vicenda coinvolge migliaia di insegnanti alla nella scuola dell’infanzia e primaria e dunque lo sciopero, sebbene non indetto dalle sigle sindacali più rappresentative come i Confederali, si farà sentire. A indirlo è stato il sindacato Saese, con Anief e Cub. I Cobas partecipano.
A Bologna i disagi per le famiglie e gli alunni saranno diffusi. Chiudono le materne Dozza e Flauto magico, lezioni sospese alle medie Zappa, alla primaria Casaralta si sta a scuola solo fino alle 12.30. Dalle 9 alle 12.30 ci sarà un presidio davanti all’ufficio scolastico provinciale, in via de’ Castagnoli, promosso dai diplomati magistrale, da Politeia scuola e Cub scuola, con il sostegno del Fronte di Lotta No Austerity e del comitato Scuola e Costituzione. Verrà chiesto un incontro al direttore dell’ufficio scolastico. «Ci sarà un record di adesioni per il primo sciopero dell’anno, che nello specifico riguarda i diplomati delle magistrali — spiega Marcello Pacifico, voce di Anief — le famiglie si accorgeranno cosa vuol dire perdere il maestro del proprio figlio, dopo diversi anni, per colpa di una sentenza che non doveva neanche essere pronunciata». A Bologna le nomine in ruolo conferite con clausola risolutiva sono 119.
La parola ora spetterà per ogni singolo caso ai Tar. Per questo, frena il provveditore regionale Stefano Versari, «la continuità didattica non è al momento a rischio». Il ministero all’Istruzione ha preso tempo in attesa del parere dell’Avvocatura di Stato. L’obiettivo è evitare di cambiare maestri gli alunni ad anno in corso, ma anche di non avere nuovi ricorsi di insegnanti scavalcati da chi è stato assunto con riserva. Confederali, Gilda e Snals hanno chiesto una soluzione politica. All’orizzonte c’è anche l’ipotesi di un concorso riservatoa tutti i maestri abilitati, con diploma e con laurea. Ma ormai bisognerà attendere la prossima legislatura.

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