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Bitcoin: i gemelli Winklevoss (quelli di Facebook) sono i primi miliardari

i ha resi celebri il film “The social network”. La loro storia è strettamente legata a Facebook, gigante da due miliardi di utenti, di proprietà di Mark Zuckerberg. Loro, i gemelli Tyler e Cameron Winklevoss (oggi 36enni), proprio a Zukerberg hanno conteso la proprietà intellettuale del social network, dando vita ad una controversia giudiziaria culminata in una sentenza del 2011 che li ha visti uscire vincitori con un indennizzo pari a 65 milioni di dollari. Briciole, rispetto al valore di Facebook. Ma comunque tanto denaro.

Grazie a quei soldi, i Winklevoss oggi si ritrovano miliardari. I due fratelli, infatti, nel 2013 decisero di investire 11 di quei 65 milioni in Bitcoin. Una somma considerevole che, all’epoca, era pari all’1% del totale della criptovaluta esistente. Un azzardo. Ma il tempo gli ha dato ragione. La crescita smisurata del valore di Bitcoin li ha resi ricchi: hanno acquistato 100mila criptomonete quando il valore di un Bitcoin era di 120 dollari. Oggi quel valore ha sfondato quota 11mila dollari, con una crescita dell’oltre 10mila per cento. Da qui un capitale complessivo che, oggi, va ben al di là del miliardo di dollari.
La controversia con Facebook
Erano i tempi dell’università, ad Harvard. I gemelli Winklevoss e Zuckerberg erano studenti. I due fratelli avevano il chiodo fisso dei social network. Sognavano una piattaforma in grado di connettere gli studenti dell’università. Ma, per come racconta anche il film di David Fincher, avevano bisogno di qualcuno in grado di realizzare il loro progetto. Ed entrò in scena Mark Zuckerberg. Quello che è successo dopo lo sanno un po’ tutti. Zuckerberg ha costruito un impero. Una holding fra le più capitalizzate al mondo.
Una rivincita a metà
La scommessa sui Bitcoin, con i soldi arrivati da Facebook, ha il sapore della rivincita per i gemelli Winklevoss. Anche se, a giudicare dalle cifre in ballo, la distanza è veramente incolmabile. Oggi Mark Zuckerberg ha un patrimonio stimato in oltre 70miliardi di dollari, ed è CEO di una big company che comprende Facebook, Instagram e WhatsApp, tre delle piattaforme online più utilizzate al mondo. Per i Winklevoss, dunque, una rivincita solo a metà.

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