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Bari, il ministro della Giustizia visita le tende del Palagiustizia: "No allo stato d'emergenza"

Bari, il ministro della Giustizia visita le tende del Palagiustizia: "No allo stato d'emergenza"
Il ministro Alfonso Bonafede davanti alle tende del Palagiustizia
Prima uscita ufficiale per il Guardasigilli, che interviene dopo lo sgombero degli uffici di via Nazariantz. “La tendopoli di persona fa impressione”, il suo primo commento
“No alla nomina di un commissario per risolve il problema del l’edilizia giudiziaria a Bari, mi prendo la responsabilità di guidare il percorso per individuare soluzioni, anche utilizzando la normativa d’urgenza. Si valuterà se si può intervenire con un decreto per sospendere i termini dei processi e smantellare, in tal modo, le tende”.
Il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, spegne le speranze di quanti credevano che il suo arrivo a Bari coincidesse con l’annuncio dell’avvio dell’emergenza. Il guardasigilli ha parlato di una situazione grave e da risolvere con urgenza ma ha escluso che al momento possa essere nominato un commissario di Governo, “un soggetto che penda in mano la situazione è faccia tutto lui”, “perché questo si fa quando il ministro non agisce mentre io sono qui e voglio metterci la faccia”.
Il Guardasigilli, fresco di nomina, ha scelto il capoluogo pugliese per la sua prima uscita ufficiale in considerazione della grave situazione in cui magistrati, avvocati e operatori della giustizia sono costretti a lavorare, dopo la dichiarazione di inagibilità e l’avvio dello sgombero del palazzo dell’Inail di via Nazariantz, che per 17 anni ha ospitato il Tribunale penale e la Procura della Repubblica.
Bonafede è stato accolto dal sindaco di Bari, Antonio Decaro, e dai vertici degli uffici giudiziari e dell’avvocatura barese. I cancellieri di Procura e Tribunale penale hanno accompagnato il suo ingresso urlando: “Qui crolla”.

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“Devo dire che la situazione è veramente impossibile – ha detto il ministro rivolgendosi agli avvocati nella tendopoli – Il mondo del diritto e della Giustizia vi è grato per quello che state facendo e per la dedizione che state dimostrando. Vi ringrazio di essere qui e di continuare a lavorare nonostante la situazione. Adesso cercheremo di intervenire. Sono venuto qua per capire di persona e sudare”, viste le temperature davvero elevate che ci sono nelle tende. “Vi chiedo di rimanere tutti compatti perché insieme, secondo me, ce la facciamo. Grazie a nome della Repubblica italiana”, ha concluso.
La richiesta che viene rivolta al ministro dal Consiglio superiore della magistratura, dall’Associazione nazionale magistrati, dal Consiglio nazionale forense e dal Comune di Bari è di proporre al Consiglio dei ministri la dichiarazione dello stato di emergenza, che consenta la nomina di un commissario straordinario che abbia poteri di requisizione di edifici compatibili con le funzioni giudiziarie e un budget a disposizione per l’immediata messa a norma e un veloce trasloco. “Parleremo dopo questa giornata in cui avrò un dialogo con tutti coloro che sono qui e con cui ci può essere un confronto”, ha detto il ministro.
Il ministero ha pubblicato una ricerca di mercato, al fine di verificare la presenza nel territorio di Bari di immobili che possano ospitare Tribunale e Procura. Un gruppo di lavoratori del Tribunale penale e Procura di Bari, in servizio nel palazzo di via Nazariantz ha poi protestato sotto l’edificio nel quale il ministro è entrato per un sopralluogo. “Proviamo sgomento e rabbia – hanno affermato i dipendenti – per la tormentata, ventennale, vicenda dell’edilizia giudiziaria di questa città”.
Nel documento, redatto dall’Unione sindacale di base e consegnato in un veloce sit in, si chiede “l’immediato sgombero del palazzo da parte dei lavoratori, che sia valutata la sospensione straordinaria dei termini processuali, garantendo solo i servizi pubblici essenziali, che sia prioritaria l’individuazione di una soluzione definitiva e dignitosa, senza ricorrere a mezzi surrettizi e/o temporanei”.

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