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BANCA GRAN SASSO: GLI AQUILANI BERARDI E CIPRIANI NEL CONSIGLIO D'AMMINISTRAZIONE

L’AQUILA – Gli aquilani Stefano Cipriani, costruttore, e Giammarco Berardi sono stati eletti a rappresentare il capoluogo nel Consiglio d’amministrazione della Banca del Gran Sasso, l’istituto congiunto teramano-aquilano che potrebbe salvare dalle macerie il progetto mai decollato della Banca dell’Aquila.
Hanno vinto il derby tra aquilani per decidere i due futuri rappresentanti prevalendo su Maurizio ArdingoMario Celi, uno dei promotori della prima ora della banca aquilana Matteo Gizzi, e Marco Mascioletti.
Il voto ieri sera tra i soci che hanno versato per eleggere i due nominativi dopo che è venuta meno la possibilità di trovare un accordo bonario.
Il nuovo istituto è il frutto della fusione tra la mai nata Banca dell’Aquila e la Banca del Vomano, dopo che la prima non riuscì più a costituirsi a causa della decisione della Banca d’Italia di innalzare da 2 a 5 milioni di euro il limite di capitale minimo per costituire una banca di credito cooperativo, arrivata nel momento in cui i circa 800 soci avevano raccolto due milioni. Mentre quella del Teramano già nel 2015 aveva un capitale sociale superiore a 5 milioni di euro e più di 1.700 soci.
Presidente del Comitato promotore è Americo Di Benedetto, consigliere comunale del Partito democratico e candidato sindaco sconfitto al ballottaggio per la fascia tricolore.
Lo scorso 18 maggio proprio lui aveva annunciato l’avvenuta autorizzazione da parte della Banca d’Italia dell’apertura di una sede distaccata nel comune dell’Aquila, con l’ingresso di più di 500 soci fondatori dal capoluogo e della sua zona di competenza: per la tempistica, all’interno della campagna elettorale si parlò di “banca del Pd” da parte degli avversari di Fratelli d’Italia e Movimento 5 stelle. (alb.or. – b.s.)

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