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Atac, è allarme crediti deteriorati. Scoperto un buco da 100 milioni

Slitta in giunta il varo dei conti dell’azienda per un errore di stima Rinviata anche la convocazione dell’aulaConvoca e sconvoca, addiziona e sottrai. Le ultime 48 ore in Campidoglio sono filate così, cercando di trovare la difficile quadratura dei conti di Atac. In ogni modo, a costo di fare nottata sui libri contabili, perché il consiglio comunale deve approvare il prima possibile il piano economico finanziario della municipalizzata da 1,4 miliardi debiti. Il documento va allegato al piano industriale e alla delibera con cui è stato prorogato fino al 2021 l’affidamento del servizio all’azienda di via Prenestina. Poi, il 26 gennaio, il pacchetto sarà sottoposto ai giudici del tribunale fallimnentare, che dovranno esprimersi sulla fattibilità del concordato.
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La giunta Raggi, dunque, ha l’acqua alla gola. L’urgenza è massima e si accompagna a una cattiva notizia: nelle operazioni di pulizia del bilancio, i tecnici della partecipata hanno scoperto che l’ammontanere dei crediti non esigibili è più alto del previsto. Fino a mercoledì quella voce pesava per 104,9 milioni. Ieri, dopo l’ennesimo riconteggio, si è assestata a quota 100,8. A quel punto i lavori si sono fermati.
Atac ha dovuto ricalcolare tutte le altre stime direttamente o indirettamente collegate al nuovo dato, rivedendo al ribasso anche il rimborso che i creditori dovrebbe ricevere se il concordato andrà in porto. Se prima avrebbero ricevuto circa il 33% della somma dovuta in denaro, più un altro 32% in obbligazioni, ora il tetto si è abbassato di qualche punto. Alla fine, se non ci saranno altri scossoni, le aziende fornitrici che hanno lavorato o ancora lavorano per la municipalizzata in crisi dovrebbero perdere tra il 39 e il 40% de crediti vantati. Un dettaglio che vale decine di milioni di euro.
Lo sanno bene in Comune, dove si va avanti a suon di vertici e riunioni. Il piano economico finanziario del gigante del trasporto pubblico sarebbe dovuto finire in giunta già mercoledì. ” Siamo stati preallertati tutti – spiega un assessore – poi, verso l’ora di pranzo, il segretario generale ha sconvocato la riunione ” . Lo stesso ha dovuto fare il presidente dell’assemblea capitolina Marcello De Vito. Ieri ha convocato i capigruppo di maggioranza e opposizione nella speranza di poter riunire il consiglio comunale entro la fine della settimana. Missione fallita: ai consiglieri 5S è stato spiegato che l’esecutivo Raggi si riunirà soltanto oggi. E soltanto dopo si potrà decidere quando convocare l’Aula Giulio Cesare.
Due le opzioni: un sabato sera in Campidoglio, oppure il salto a lunedì, quando il tempo inizierà davvero a stringere e non ci sarà più spazio per balletti di alcun tipo. ” Per un ritardo dovuto alle scelte dei cinquestelle non sappiamo ancora quando ci sarà aula – spiega la consigliera piddina Valeria Baglio – noi ci auguriamo in tempi rapidi per il bene dell’azienda. Vogliamo conoscere i numeri del piano. La città non può restare senza trasporti”

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