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Asia Argento, le lacrime in tv: “Mi hanno detto pedofila, uno stigma. Voglio tornare a X Factor, le accuse sono tutte falsità”

L’attrice ospite a ‘Non è l’Arena’ su La7. L’autodifesa contro Jimmy Bennett: “Mi è saltato addosso, sembrava impazzito, io ero congelata”


Vorrei tornare a X Factor, riappropriarmi della mia vita, perché i miei figli sono fieri di me, perché l’Italia mi vuole e perché non ho fatto nulla di ciò di cui vengo accusata”. Finisce così, con Asia Argento in lacrime e Massimo Giletti che per consolarla si accuccia accanto a lei, la puntata di Non è l’Arenaa una settimana dalla trasmissione in cui la regista e attrice è stata accusata da Jimmy Bennett. Giletti, che pure di fronte all’autodifesa di Asia durante la trasmissione aveva anche detto “rimango stranito, ma tutto è possibile”, ha chiesto la sua riammissione come giurata: “Sono convinto che sia un errore assoluto togliere Asia da X Factor” ha detto mentre lei continuava a piangere, “chi deve decidere che ci pensi bene” ha detto facendo poi il nome dell’amministratore delegato, Andrea Zappia.

Asia ha condotto la sua difesa a tutto campo, ha ribattuto a tutto confessando che l’accusa che l’ha più colpita è “il fatto di essere stata chiamata pedofila, uno stigma, non so nemmeno come riesco a stare in piedi, dovrei stare bocconi. I miei figli hanno sofferto tantissimo, per evitare il bullismo ho mandato mio figlio a vivere negli Stati Uniti con il padre”. Vestito nero accollato, scarpe con il tacco, Asia siede di fronte a Giletti, in piedi di fronte a lei. “Per lei non è stato un anno semplice, ma dopo che abbiamo ascoltato quella di Jimmy Bennett è giusto che sentiamo anche la sua verità”. E Asia: “Ascoltare Bennett mi ha fatto arrabbiare un po’ ma soprattutto mi ha fatto pena vedere i suoi occhi vitrei, non c’era espressione sul suo volto, mi ha ricordato il bambino che ho conosciuto e non ha proseguito carriera… un’anima persa insomma”.

Asia Argento, le lacrime in tv: "Mi hanno detto pedofila, uno stigma. Voglio tornare a X Factor, le accuse sono tutte falsità"

Prima però la sua verità su Weinstein: “Farrow sul NYT ha scritto falsità, non vivevo con Weinstein, non sono mai andata a cena né ho mai dormito o vissuto con lui come Farrow ha scritto in un capitolo, ecco come il giornalismo può rovinarti. E non ho mai lavorato più con lui dopo lo stupro. Mi è saltato addosso, non è nemmeno un adone, come si vede da questa foto. Ho sentito che mi ha rubato la mia innocenza, di ragazza, in quel senso lui ha vinto”. E sulle foto sorridente con lui: “Ad ogni prima dei miei film, a Toronto a Cannes a Venezia, si presentava con il suo fotografo, lui sapeva a chi aveva fatto violenza, era scaltro, e chiamava il suo paparazzo per immortalare una foto sorridente con la vittima. Era una specie di stalker che si presentava di notte alla porta: un orco, io avevo anche paura. Mi ha offerto gioielli, una pelliccia, un appartamento, ho sempre detto di no”.
Poi la denuncia per #MeToo: “Lo sapevo che avrei fatto la kamikaze ma era necessario perché quello che facevano le colleghe non era la ribellione politica di cui c’era bisogno. Ho pensato che non avrei più lavorato, ma avevo sentito tante donne da ottobre a maggio che mi raccontavano abusi sessuali, ero sconvolta. In privato un’attrice mi ha chiamata, ma non dico il suo nome, volevano che firmassi una lettera ma era una lettera di babbo natale, non si cambia il sistema senza fare i nomi”.

Quindi la difesa su Bennett, che la denuncia dopo la morte di Anthony Bourdain. “Per me era come un figlio perduto, verrò a Los Angeles mi disse, mi chiese di studiare un copione come ai vecchi tempi ma lui arriva e non l’aveva neanche portata. Non sapevo che fosse minorenne, pensavo fosse diciottenne perché me lo aveva anche detto. Non è vero ci fosse un accompagnatore, è salito da solo e aveva anche sbagliato ascensore, lo vedo ed è entrato un uomo, ecco perché gli ho preso il viso sì quello è vero, perché aveva la barba, non lo riconoscevo. Aveva sguardo vitreo, come tanti ragazzi che dopo i 13 anni non lavorano più, problemi con i genitori, li ha anche denunciati, mi ha messo tristezza. Gli ho proposto un piccolo ruolo per fare un ruolo in un film indipendente è lì che si illuminò e ci abbracciammo: lui, con ormoni da ragazzo, è impazzito” (e qui Asia ride più volte, ndr), “è difficile raccontare, rido ma è anche una cosa traumatica. Questo mi ha congelata mi è saltato addosso mi ha messo di traverso sul letto, ha fatto quello che doveva fare senza preservativo, sarà durata due minuti… come un coniglio… io gli ho detto come ti è venuta questa cosa, eri il mio sogno, e si è fatto questo selfie… io non ho reagito perché era impensabile, tutto pensavo tranne che questa cosa”.

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Tutto finisce e Asia non riesce a capire come sia potuto accadere, lo invita a pranzo, Giletti incalza: “Ma anche andarci a mangiare, come ha fatto?”, le chiede; “lo invitai a pranzo per normalizzare la situazione, cercando di normalizzare questo momento abnormale in cui ero stata assaltata. La foto? Sono più traumatizzata io… mi sono sentita usata, farà vedere che è andato con la milf di turno”. “E la foto al ristorante abbracciati? – chiede Giletti – anche tu mi sembri serena”: “Era tornato il bambino a cui volevo bene…”.

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