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Arazzi e tappeti da parete: come usarli per «vestire» gli interni

Dall’immenso ruolo sociale che ricoprivano in tempo di Rinascimento, al patrimonio artistico che rappresentano oggigiorno, gli arazzi sono tra gli items d’arredo più preziosi che la storia ci ha lasciato. Alcune volte ereditati, altre scelti con cura a seconda dello stile personale, ancora oggi rendono vive le case, donando agli spazi una dimensione di contatto tra ciò che siamo e ciò che esponiamo. Il lato umano di questi oggetti d’arredo, infatti, sta nel fatto che – solitamente e come vuole la tradizione, ogni piccola porzione viene realizzata a mano e spesso ritraggono scene o soggetti di particolare importanza per chi li sceglie o commissiona. Sono la versione tessile di affreschi e dipinti, anticamente utilizzati per decorare muri e pareti, ma anche per mantenere caldi gli ambienti: quella dell’arazzo è una vera e propria forma d’arte. Un mondo tutto da scoprire, che apre le porte a diversi, inaspettati, stili per gli interni, non per forza “antiquati”.

Ieri, quando la cultura del tappeto da muro era particolarmente in voga, l’opera veniva commissionata a grandi artisti di fama internazionale, come Raffaello, Goya o Rubens – orgoglio dal cuore europeo. Oggi, invece, articolarsi tra la scelta di un arazzo ben fatto, richiede tanta ricerca e attenzione all’autenticità del prodotto. Artigianato, ore di lavoro, vita vera che intreccia il tessuto: all’interno di ogni pezzo la storia di un artista prende vita.


Dall’esperienza di Stefania Pia, artista multimediale dal cuore internazionale, nascono quelli che sono, a tutti gli effetti, gli arazzi contemporanei: opere d’arte dall’anima rock. A partire da un disegno, un pattern, un’ispirazione fotografica – ma anche, a breve, un collage di memorie – vengono, sempre e rigorosamente, realizzati a mano i tappeti da muro che il cliente personalizza, a seconda dei colori e dei materiali scelti. L’opera finale deriva dall’incontro tra creativo e artigiano – Giulietta Salmeri e Roberta Romano sono coloro che quotidianamente lavorano con il telaio – sulla base delle esigenze di chi li commissiona: ogni pezzo è unico, la customizzazione, infatti, intesa come creazione ad hoc di ogni arazzo è il principio base delle proposte. Un po’ com’era in origine.

Un approccio che vede mixati diversi colori e tessuti, con la natura astratta dei disegni di partenza, permettendo ai meravigliosi oggetti d’arredo che ne escono, di essere quel complemento che esattamente rispecchia la personalità della casa, o di chi la abita. Perché si può celebrare la tradizione, anche con uno spirito contemporaneo.

I temi dominanti, sono ispirati ai background usati negli anni 3040 per i servizi fotografici di moda. Ma anche alla natura e, in particolare, a Palermo  – città in cui Stefania Pia si è trasferita dopo 10 anni vissuti a New York, per dar vita al suo progetto, l‘e-bazaar Stefania P I A, appunto, che porta il suo nome. Una vetrina digitale dedicata allo “shopping” consapevole, o “slow”. L’intento è proprio quello di dare spazio ed il giusto valore alla manifattura e alle realizzazioni locali, prediligendo sempre il lusso del contatto umano. Il creativo, l’artigiano ed il cliente, in una relazione diretta, volta a creare pezzi unici e irripetibili. Un concetto tutto nuovo, che prende forma grazie a due delle più importanti risorse disponibili in Italia: la tradizione e il saper fare.

Tutte le realizzazioni di Stefania Pia, prevedono il massimo rispetto dell’artigianalità: dal contatto personale, per la scelta del prodotto, alla considerazione dei tempi – meno brevi ma intrisi di lavoro.

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