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Annegato nel sottopasso a Rivarolo: non ha potuto aprire i finestrini perché l'impianto elettrico era ko

Avvisi di garanzia appena arriverà la relazione dei vigili del fuoco, probabile l’ipotesi di omicidio colposo

Non ci sono al momento indagati per la morte di Guido Zabena, 51 anni, annegato all’interno della sua auto nel sottopasso di Rivarolo sulla ex statale 460. Il fascicolo aperto dalla procura di Ivrea è ancora per “atti relativi”, ma non appena arriverà la relazione dei vigili del fuoco si potrà formalmente individuare un reato e si indagherà contro ignoti per omicidio colposo. E sarà proprio ai vigili del fuoco che sarà data la delega per gli accertamenti tecnici necessari a fare chiarezza sulla vicenda.
Molte infatti sono le criticità su cui si concentrerà l’inchiesta. Sicuramente la violenza del nubifragio è stata non comune, poiché in un tempo molto limitato si è riversata nella zona una quantità incredibile di acqua che non è riuscita a defluire con i sistemi predisposti al momento della costruzione dell’infrastruttura. Secondo quanto riferito dal sindaco di Rivarolo, Alberto Rostagno, le tre pompe idrovore che avrebbero dovuto prosciugare la strada non sono riuscite a evitare l’innalzamento dell’acqua anche perché ostacolate da detriti.
Inoltre il sottopasso non è dotato di sistemi semaforici che in caso di allagamento segnalino il pericolo agli automobilisti e nemmeno erano stati messi del segnali mobili da parte della polizia municipale e dei cantonieri, che in quel momento erano impegnati in altre emergenze provocate dal forte temporale.

L’uomo, quando si è accorto che la sua vettura stava per essere sommersa, ha provato ad abbassare i finestrini ma l’impianto elettrico era andato in tilt e la pressione esterna dell’acqua ha impedito alla portiera di aprirsi. Sentendosi spacciato, ha chiamato al telefono la madre salutandola per l’ultima volta: “Nessuno viene a soccorrermi, ho paura di morire qui”.
“Cose così non dovrebbero accadere – ha ribadito il primo cittadino. Studieremo soluzioni alternative per evitare che si possano ripetere episodi del genere anche se quello che è successo non si poteva prevedere”. In realtà il sottopasso si era già allagato tre settimane fa.

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