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Alternanza scuola-lavoro, il Blocco Studentesco alla Regione Lazio: “Basta studenti sfruttati dalle aziende”

Alternanza scuola-lavoro, il Blocco Studentesco alla Regione Lazio: “Basta studenti sfruttati dalle aziende”

Nella giornata di ieri il presidente della Consulta Provinciale degli Studenti di Frosinone, nonché militante del Blocco Studentesco, Rocco Marzilli, è intervenuto nell’incontro fissato dalla Regione sulle nuove linee guida da adottare per il progetto dell’alternanza scuola-lavoro.
«Come Blocco Studentesco abbiamo espresso le nostre titubanze in merito alle modalità di selezione delle aziende – spiega Marzilli – dato che negli anni passati alcune grandi multinazionali, come McDonald’s, hanno siglato degli accordi con il Miur per poter ospitare gli studenti italiani all’interno dei propri fastfood senza però fare una netta selezione dei tirocinanti in base al percorso scolastico e, al contrario, facendoli lavorare senza alcuna retribuzione o rimborso in fasce orarie extrascolastiche. Inoltre, dal confronto è emerso che le istituzioni nazionali hanno fornito una cifra che ammonta circa a 100 milioni di euro per rimborsare gli studenti, ma la maggior parte delle strutture ospitanti non hanno retribuito in alcun modo gli stagisti, utilizzando invece questi fondi per scopi privati».
«Grazie al nostro intervento – prosegue la nota – si discuterà della posizione favorevole che hanno le multinazionali e si cercherà di limitare la loro influenza e il loro sfruttamento nei confronti dello studente, per permettere alla piccola e media imprenditoria locale di avere una migliore posizione. L’obiettivo finale sarà quello di fornire un’esperienza formativa per lo studente, a seconda dell’indirizzo scolastico scelto e del territorio, cosi da poter avere in futuro un approccio migliore all’interno del mondo lavorativo».
«Ci auguriamo che quanto discusso in questo incontro non rimanga solo sulla carta – conclude la nota -, pertanto ci impegniamo fin da subito a monitorare costantemente la situazione, pronti ad intervenire e a mobilitarci nel caso in cui la figura dello studente continui ad essere trascurata e sfruttata».

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