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All’ospedale di Policoro una tecnica innovativa per curare le lesioni


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Sfruttare la capacità biologica di alcune cellule dell’organismo dello stesso paziente diabetico per processi di autoriparazione e autorigenerazione dei tessuti danneggiati. Una innovativa e straordinaria tecnica chirurgica per una lesione difficile post trauma nell’arto inferiore è stata eseguita con successo all’Ospedale “Giovanni Paolo II” di Policoro, grazie alla “medicina e chirurgia rigenerativa”. L’importante e rivoluzionario intervento è stato praticato presso la Unità complessa di Chirurgia, diretta dal dott.Vincenzo Sassone. Si aprono così nuove frontiere nella cura del piede diabetico e nella cura e gestione di ulcere e ferite “difficili” degli arti inferiori, anche nei pazienti affetti da ischemia cronica critica. Le ferite “difficili” sono ferite acute e croniche che, spontaneamente o con l’aiuto di specialisti, tendono a guarire lentamente e con difficoltà. Comprendono ulcere “vascolari” (arteriose, venose o miste), ulcere diabetiche o in piede diabetico, ulcere post-traumatiche, ulcere in pazienti con immunopatie, ulcere da complicanze chirurgiche, da infezioni locali o da altre cause. In tutti questi casi, i tessuti colpiti hanno scarsa capacità di autoguarigione e in moltissimi casi l’utilizzo di devicès ad ogni livello(medicazioni avanzate camera iperbarica ecc) non sortiscono risultati. L’ausilio di quella che oggi viene definita “Medicina Rigenerativa” risulta fondamentale nell’armamentario terapeutico disponibile per la cura e la risoluzione di lesioni altrimenti difficilmente trattabili e destinate in alcuni casi ad esiti infausti quali amputazioni maggiori o minori. La “Medicina e Chirurgia Rigenerativa” sfrutta dunque la capacità biologica di alcune cellule dell’organismo di invertire nei processi degenerativi, avviando processi di autoriparazione e autorigenerazione dei tessuti danneggiati. Un intervento mini-invasivo che porta ossigeno nei tessuti per rigenerarli. Le lesioni cutanee croniche interessano nel nostro Paese moltissime persone, specie oltre i 65 anni, e hanno un forte impatto socio-economico nella spesa del Servizio Sanitario Nazionale. Nel caso trattato, l’equipe guidata dal dott. Pasquale Vena, dirigente chirurgo responsabile del servizio di vulnologia e chirurgia del piede diabetico, afferente alla U.O. complessa di Chirurgia dell’O.C di Policoro, con gli infermieri di sala operatoria Antonella Mottola e Rosa Soldo e il dirigente anestesista Dott. Liborio Perciaccante, sfruttando la capacità di due tipi di cellule dell’organismo (cellule mononucleate e cellule mesenchimali) ha portato alla rigenerazione tissutale e alla riparazione e guarigione delle lesioni di cui il paziente era affetto. Un intervento complesso, dove si è dovuto procedere dapprima a un debridement chirurgico della lesione, quindi un immediato prelievo di cellule mononucleate concentrate da sangue periferico dello stesso paziente mediante un sistema a filtrazione elettrostatica selettiva, eliminando le cellule pro-chirurgica” della lesione, si è proceduto ad infiltrazioni profonde col preparato sia attorno alla lesione, sia lungo il decorso dell’arteria più prossimale alla lesione (angiosoma). Le cellule inoculate, infatti, rilasciano alte quantità di citochine e fattori di crescita, ottenendo effetti angiogenici (formazione di nuovi vasi sanguigni), effetti trofici (riparazione dei tessuti) differenziandosi e richiamando cellule staminali residenti, effetto immunomodulante (polarizzando i macrofagi dalla fase infiammatoria a quella rigenerativa). La perdita di vascolarizzazione degli arti inferiori è una delle complicazioni più importanti per pazienti diabetici, e la medicina rigenerativa, a quanto pare, potrebbe portare alla guarigione delle ferite e delle ulcere difficili.

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