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Aldo Vincent lecamarille Aldo Vincent lecamarille

IMPRESENTABILI

Aldo Vincent lecamarille
Non c’è solo Bossi junior 
Urca. Renzo Bossi ce l’ha fatta! Con la bellezza di quasi 13 mila preferenze, tutte alla faccia sua, miracolo a Brescia. Col che si trova ad essere, ad appena 22 anni e sei mesi suonati, ancorché figlio di Umberto, il più giovane consigliere regionale d’Italia, battendo il record – 22 anni – che nel 1992 fu di «baby Rizzi», Henry Richard Rizzi. Storia esemplare, quella di Renzo figlio di Umberto; da non raccontare però ai “comuni” ragazzi per non indurli ad imitazioni azzardate: la storia di come si può essere ripetenti e pluribocciati a scuola, di come si può non riuscire a sfangare l’esame di maturità liceale e divenire comunque un molto votato “politico”. Così dalla sera alla mattina. Il Senatur dice che il Renzo c’ha la stoffa, che la politica è il suo destino – my destiny – e che sarà in grado di “lavorare bene”, garantisce lui, papà. Per quanto non si sia mai visto un ranocchio trasformarsi in principe né una trota in delfino, stiamo a vedere, chissà. Dopo tutto è così giovane, il Renzo, ha solo 21 anni e sei mesi, lo stipendio da un 15 mila il mese, euro più euro meno, ce l’ha assicurato, ha tutto il tempo di “migliorare” (ovvero l’importanza di chiamarsi Bossi).
Beh, mica solo lui. Anzi, anche in questa tornata, fu vera gara a chi piazza chi. C’è un Romano La Russa, fratello, ovvio, di Ignazio il ministro. C’è un Fabio Pizzul, figlio di Bruno, il noto cronista sportivo; c’è un Marco Scajola, nipote indovinate un po’ di chi; c’è un Pietro Sbardella, figlio di Vittorio “lo Squalo”; c’è un Ettore Zecchino figlio dell’ex ministro Ortensio; un Ruggero Mennea pro-cugino di Pietro (va bene anche la terza generazione); quanto a Isabella Rauti, lei, è “figlia di” (Pino) e “moglie di” (Alemanno il sindaco).
Hanno tentato – senza però riuscirvi – Angelo Gava, già figlio di Antonio detto viceré di Napoli in era Balena Bianca; Andrea Tremaglia figlio del noto Mirko; Piera Levi Montalcini, nipote della celebre zia; Mario Cito, ramo “sindaco sceriffo” di Taranto, quello col mitra in mano. E tanti altri.
Non solo parenti; anche affini clientes beautiful e portaborse. Bocciata al Grande Fratello l’ha fatta franca nel listino di Burlando (Liguria) l’ex hostess Alitalia Maruska Piredda, bella e precaria, dalla piazza al seggio; così come, nel sito blindato di Formigoni, si è trovato eletto Giorgio Puricelli da Busto Arsizio, meglio noto come fisioterapista del Milan. Ernesto Irmici, vi dice niente? Nemmeno a noi, ma è neo consigliere in Lazio nonché portaborse – certamente meritevole – di Cicchitto. Così come Carlo Di Romanis, assistente di Antonio Tajani, commissario europeo Pdl. Nel lungo elenco messo in fila dal Corriere.it in Piemonte entrano pure Angelo Mastrullo, capo di gabinetto del sottosegretario Crosetto e Cristiano Bussola, capo ufficio stampa Pdl.
Nessuno senza: in Umbria c’è posto anche per Oliviero Dottorini, chi era costui: ex portavoce del desaparecido Pecoraro Scanio, ora provvidenzialmente approdato nell’Idv dipietrista, giusto in tempo. Nessuno senza: così ha avuto il dovuto scranno Elisabetta Fatuzzo, la 42enne che giustamente rappresenta il Partito dei Pensionati, fondato da suo papà Carlo.
E non dovevano essere “liste pulite”? Sì, questa è bella. Eccola lì, con sorriso e brindisi tra amici in festa, la Sandra Lonardo Mastella, accusata di concussione e agli arresti domiciliari con divieto di dimora in Ceppaloni, e comunque trionfalmente rieletta consigliere. E il Michele Mazzarano, ex numero due del Pd, eccolo rieletto con oltre 6.000 preferenze, ancorché indagato per l’inchiesta delle tangenti nella sanità pugliese. Costretto a dimettersi sotto il marchio di essere uno degli uomini a libro paga di Tarantini, aveva dichiarato bensì di ritirare la sua candidatura; ma poi ci ha evidentemente ripensato: «Il popolo mi ha votato lo stesso», al diavolo le dimissioni. E votato dal “popolo” pure Tato Greco, anche lui sotto inchiesta sempre per lo stesso business sanità.
In Campania, eletto con 10 mila voti l’ex consigliere regionale Pd Carlo Conte, oggi in quota Pdl, già condannato a due anni per associazione camorristica; e così pure l’ineffabile Alberico Gambino, ex sindaco di Pagani, condannato conclamato in secondo grado a un anno e cinque mesi per peculato (si pagava feste e trasferte con la carta di credito del Comune), sospeso da sindaco eppur eletto consigliere: «Non c’entra niente con la Regione. Ora mi godo la vittoria, poi si vedrà», si è premurato di dichiarare.
Nel Lazio, poi, risulta tra i più votati quel Claudio Fazzone, meglio noto per essersi battuto come un leone contro lo sciogliemento del comune di Fondi in odore di mafia. Mentre la prima seduta del Pirellone sarà signorilmente aperta da Gian Carlo Abelli, ricordate? Gian Carlo Abelli, l’assessore regionale alla Sanità nonché marito di Rosanna Gariboldi, nota alle cronache nazionali per essere stata, appena due mesi fa, accusata di riclaggio e condannata a due anni previo patteggiamento. Nel suo “santino” elettorale l’Abelli declamava: «Sono tornato. Il nostro territorio ha bisogno di avere un Assessore Regionale “di peso”». Sic.
Perché è un bravo ragazzo…
perché è un bravo ragazzo…
perché è un bravo ragazzo…
nessuno lo può negar…
Publicado hace 14th March 2016 por Aldo Vincent
La carica degli impresentabili. 
Non c’è solo Bossi junior 
Urca. Renzo Bossi ce l’ha fatta! Con la bellezza di quasi 13 mila preferenze, tutte alla faccia sua, miracolo a Brescia. Col che si trova ad essere, ad appena 22 anni e sei mesi suonati, ancorché figlio di Umberto, il più giovane consigliere regionale d’Italia, battendo il record – 22 anni – che nel 1992 fu di «baby Rizzi», Henry Richard Rizzi. Storia esemplare, quella di Renzo figlio di Umberto; da non raccontare però ai “comuni” ragazzi per non indurli ad imitazioni azzardate: la storia di come si può essere ripetenti e pluribocciati a scuola, di come si può non riuscire a sfangare l’esame di maturità liceale e divenire comunque un molto votato “politico”. Così dalla sera alla mattina. Il Senatur dice che il Renzo c’ha la stoffa, che la politica è il suo destino – my destiny – e che sarà in grado di “lavorare bene”, garantisce lui, papà. Per quanto non si sia mai visto un ranocchio trasformarsi in principe né una trota in delfino, stiamo a vedere, chissà. Dopo tutto è così giovane, il Renzo, ha solo 21 anni e sei mesi, lo stipendio da un 15 mila il mese, euro più euro meno, ce l’ha assicurato, ha tutto il tempo di “migliorare” (ovvero l’importanza di chiamarsi Bossi).
Beh, mica solo lui. Anzi, anche in questa tornata, fu vera gara a chi piazza chi. C’è un Romano La Russa, fratello, ovvio, di Ignazio il ministro. C’è un Fabio Pizzul, figlio di Bruno, il noto cronista sportivo; c’è un Marco Scajola, nipote indovinate un po’ di chi; c’è un Pietro Sbardella, figlio di Vittorio “lo Squalo”; c’è un Ettore Zecchino figlio dell’ex ministro Ortensio; un Ruggero Mennea pro-cugino di Pietro (va bene anche la terza generazione); quanto a Isabella Rauti, lei, è “figlia di” (Pino) e “moglie di” (Alemanno il sindaco).
Hanno tentato – senza però riuscirvi – Angelo Gava, già figlio di Antonio detto viceré di Napoli in era Balena Bianca; Andrea Tremaglia figlio del noto Mirko; Piera Levi Montalcini, nipote della celebre zia; Mario Cito, ramo “sindaco sceriffo” di Taranto, quello col mitra in mano. E tanti altri.
Non solo parenti; anche affini clientes beautiful e portaborse. Bocciata al Grande Fratello l’ha fatta franca nel listino di Burlando (Liguria) l’ex hostess Alitalia Maruska Piredda, bella e precaria, dalla piazza al seggio; così come, nel sito blindato di Formigoni, si è trovato eletto Giorgio Puricelli da Busto Arsizio, meglio noto come fisioterapista del Milan. Ernesto Irmici, vi dice niente? Nemmeno a noi, ma è neo consigliere in Lazio nonché portaborse – certamente meritevole – di Cicchitto. Così come Carlo Di Romanis, assistente di Antonio Tajani, commissario europeo Pdl. Nel lungo elenco messo in fila dal Corriere.it in Piemonte entrano pure Angelo Mastrullo, capo di gabinetto del sottosegretario Crosetto e Cristiano Bussola, capo ufficio stampa Pdl.
Nessuno senza: in Umbria c’è posto anche per Oliviero Dottorini, chi era costui: ex portavoce del desaparecido Pecoraro Scanio, ora provvidenzialmente approdato nell’Idv dipietrista, giusto in tempo. Nessuno senza: così ha avuto il dovuto scranno Elisabetta Fatuzzo, la 42enne che giustamente rappresenta il Partito dei Pensionati, fondato da suo papà Carlo.
E non dovevano essere “liste pulite”? Sì, questa è bella. Eccola lì, con sorriso e brindisi tra amici in festa, la Sandra Lonardo Mastella, accusata di concussione e agli arresti domiciliari con divieto di dimora in Ceppaloni, e comunque trionfalmente rieletta consigliere. E il Michele Mazzarano, ex numero due del Pd, eccolo rieletto con oltre 6.000 preferenze, ancorché indagato per l’inchiesta delle tangenti nella sanità pugliese. Costretto a dimettersi sotto il marchio di essere uno degli uomini a libro paga di Tarantini, aveva dichiarato bensì di ritirare la sua candidatura; ma poi ci ha evidentemente ripensato: «Il popolo mi ha votato lo stesso», al diavolo le dimissioni. E votato dal “popolo” pure Tato Greco, anche lui sotto inchiesta sempre per lo stesso business sanità.
In Campania, eletto con 10 mila voti l’ex consigliere regionale Pd Carlo Conte, oggi in quota Pdl, già condannato a due anni per associazione camorristica; e così pure l’ineffabile Alberico Gambino, ex sindaco di Pagani, condannato conclamato in secondo grado a un anno e cinque mesi per peculato (si pagava feste e trasferte con la carta di credito del Comune), sospeso da sindaco eppur eletto consigliere: «Non c’entra niente con la Regione. Ora mi godo la vittoria, poi si vedrà», si è premurato di dichiarare.
Nel Lazio, poi, risulta tra i più votati quel Claudio Fazzone, meglio noto per essersi battuto come un leone contro lo sciogliemento del comune di Fondi in odore di mafia. Mentre la prima seduta del Pirellone sarà signorilmente aperta da Gian Carlo Abelli, ricordate? Gian Carlo Abelli, l’assessore regionale alla Sanità nonché marito di Rosanna Gariboldi, nota alle cronache nazionali per essere stata, appena due mesi fa, accusata di riclaggio e condannata a due anni previo patteggiamento. Nel suo “santino” elettorale l’Abelli declamava: «Sono tornato. Il nostro territorio ha bisogno di avere un Assessore Regionale “di peso”». Sic.
Perché è un bravo ragazzo…
perché è un bravo ragazzo…
perché è un bravo ragazzo…
nessuno lo può negar…
Publicado hace 14th March 2016 por Aldo Vincent

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