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Agente di Polizia Penitenziaria aggredito nel carcere di Melfi


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Una “brutale aggressione” ai danni di un soprintendente della Polizia penitenziaria è avvenuta nel carcere di Melfi (Potenza), da parte di un detenuto della sezione “alta sicurezza”: l’agente ha riportato ferite per le quali, in ospedale, è stata emessa una prognosi di 15 giorni. Lo ha reso noto il segretario generale del Sindacato autonomo polizia penitenziaria (Sappe), Donato Capece, che ha definito il carcere di Melfi “allo sbando, un istituto – ha aggiunto – che evidentemente non è più in condizione di gestire le troppe tipologie di detenuti, con una presenza di soggetti dalla personalità particolarmente violenta, senza alcuna possibilità di diversa collocazione all’interno dell’istituto”.

Nella nota, Capece ha definito anche “un grave errore politico sopprimere, a Potenza, il provveditorato regionale dell’amministrazione penitenziaria, accorpando tutto a Bari. La Basilicata – ha concluso – deve essere messa nelle condizioni di avere un distaccamento, come già c’è oggi a Potenza, ma con una reale autonomia organizzativa e gestionale da parte di un dirigente”.

Secondo dati forniti da Capece – che ha chiesto il taser e la bodycam personale per gli agenti penitenziari – nei tre istituti lucani vi sono circa 420 detenuti, mentre è “significativa la carenza di poliziotti: ne mancano 51 rispetto all’organico previsto di 392 unità”

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