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Abruzzo, la Regione investe sulla tecnologia spaziale

di Stefano Dascoli
L’Abruzzo si candida a diventare hub nazionale per la space economy, l’industria spaziale. Lo fa, come ha spiegato ieri il vice presidente della giunta Giovanni Lolli dinanzi a una vasta platea di stakeholders, in nome di una precisa strategia di investimenti nel settore, superiori al resto d’Italia in proporzione alle disponibilità e inserita in un programma europeo e nazionale. Ieri, a palazzo Silone, si è parlato in particolare dei dieci milioni messi a disposizione dalla Regione grazie ai 130 milioni del Fesr (Fondi europei sviluppo rurale) dedicati alle imprese che avranno un fattore moltiplicativo su base quattro grazie a Stato e aziende e diverranno così 40 milioni. Andranno a finanziare il “sistema Space” regionale in tutte le sue principali articolazioni (Alenia Space, Telespazio, Leonardo, eccetera) nell’ambito del programma “GovSatcom” per lo sviluppo di comunicazioni satellitari in ambito governativo.

Ma questo è solo il primo step. Lolli ha inquadrato la strategia fissando alcuni concetti cardine: in primis la «scelta radicale» di investire «prioritariamente» sullo spazio, asset in cui l’Italia, e quindi l’Abruzzo, giocheranno una partita di primo piano in futuro anche grazie alla presenza di importanti realtà sul territorio. Accanto a lui c’erano Antonio Bartoloni del Dipartimento Politiche per lo sviluppo ecosostenibile e la competitivita’ del Mise e Lorenzo Lo Cascio in rappresentanza della Nona Commissione della Conferenza delle Regioni. I due hanno spiegato che esiste un piano da 360 milioni che costituisce ad oggi la massa critica su cui innestare il programma. Il 5 ottobre ci sarà la prima riunione del comitato di sorveglianza per mettere in moto i progetti. Entro l’anno è prevista la partenza ufficiale. Le Regioni hanno riconosciuto l’importanza centrale della Space economy come fattore di competitività su scala internazionale.
Lolli ha inquadrato la scelta nell’ambito di una regione a forte vocazione industriale (28-29% del Pil), con la necessità da un lato di difendere l’esistente e dell’altro puntare su innovazione e ricerca come chance di sviluppo. In un contesto favorevole: L’Aquila è una delle cinque città italiane per la sperimentazione 5g, colossi come Fca e Zte scommettono sulla ricerca qui (con il colosso cinese firma la prossima settimana); l’Abruzzo annovera eccellenze assolute nel campo dei satelliti come Telespazio, Leonardo (a Chieti c’è la più grande struttura di calcolo italiana), Thales Alenia. Lolli ha fatto accenno anche ai tanti investimenti fatti sulla ricerca: sul Fesr 2014/2020 già investiti 16 milioni su progetti ricerca di oltre 5 milioni; 4 milioni su progetti in de minimis; 10 milioni sul credito d’imposta; 16 milioni per le aree di crisi semplici (de minimis), altri 13 per l’area crisi complessa Val Vibrata. A cui si aggiungono i 100 del Cratere sismico e, appunto, i 10 sulla Space Economy. Con circa 500 aziende coinvolte e programmi di grande rilievo come “Darkside” che fa capo ai laboratori Infn.

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