EXITO STYLE

A tu per tu con Romeo Orsi: chi è passioni, indole, progetti e sogni.

Siamo con Romeo Orsi al suo esordio con un lungometraggio che ha da poco finito di girare il cui titolo è “Game of Time”. Romeo ha viaggiato moltissimo, è una personalità eclettica, si è spesso definito ‘Ospite della vita’ ed è questo il primo argomento che vogliamo approfondire.

Un “ospite della vita” ma prima di tutto viaggiatore, a giudicare dalle città e posti che hai visitato. Ci racconti le tre esperienze di luoghi che ti sono rimaste più impresse? Difficile scegliere le tre esperienze che mi sono maggiormente rimaste impresse nel  percorso della vita; ogni momento fa parte di un qualcosa che è fine a se stesso. Direi la fortuna di essere stato ospite in tanti luoghi mi ha permesso ricordi  belli. L’emozione della natura del Gran Canyon ti lascia senz’altro a bocca aperta ma anche il Kenya mi ha lasciato delle emozioni molto forti: il mix tra flora, fauna ti fa capire quanto sia importante l’equilibrio nella natura e quanto bisogna rispettarla. Poi, che altro…Beh, il mare della Sardegna mi fa letteralmente impazzire.

Una città che hai particolarmente nel cuore è…
Non saprei, sono tante le città che mi piacciono; nel cuore Verbier in Svizzera: quella è la cittadina che ho sicuramente nel cuore.

Stile, cosa significa per te? Le persone umili, le persone che regalano un sorriso al prossimo, le persone sincere, vere, rispettose. Queste sono vari esempi per me che rappresentano il significato di Stile. E da cui devo sempre imparare. 

Avere carattere: cercare di non cadere mai o rialzarsi sempre?
Personalmente cerco di non cadere mai ma nella vita può succedere, è umano; fino ad ora non è accaduto ma se dovesse succedere spero di rialzarmi prima possibile.

La tua più grande passione è… Ho diverse passioni, se ne dovessi scegliere una direi sognare sempre…Non smettere mai di sognare.

Venendo al campo artistico, ci parli delle tappe del dolce far?

E’ stato un short film che si è potuto realizzare dall’incontro con un artista Franco-Inglese con il quale ho ideato nel castello di Jacopo Cascella e nel palazzo Fantoni – Bononi questo corto docu-film artistico. Nel percorso è stato ospitato un attore -regista spagnolo il quale ha ripreso e montato la pellicola da cui si è potuto realizzare il Dolce Far. Il Dolce Far è altresì entrato a far parte dell’ufficialità della 60esima edizione dello Zinebi festival internazionale dei Short film di Bilbao e tra le migliaia di short film presentati (oltre 3500) è stato selezionato tra i 5 finalisti.

Da quanto conosci e in che occasione hai incontrato per la prima volta  Jacopo Cascella?
Dal 2015 e l’ho incontrato attraverso un amico in comune che ha ritenuto di farci conoscere; da lì è nata questa bella amicizia che mi ha permesso di essere ospite nel suo castello e di poter assaporare arte ed imparare molte cose in questo mondo.


Cosa pensi delle sue opere?
Sono oggetti rubati dai sogni, appartengono ad un’altra realtà; proprio una delle sue opere ci ha “suggerito” la creazione del film.


Quando ha avuto inizio il primo lavoro con lui? Il 2016 non lo considero lavoro ma passione ed un qualcosa che facciamo in amicizia e creiamo nella vita di tutti i giorni; a mio parere la fortuna, come ho già ribadito, è l’ospitalità di chi incontro nel percorso della vita.

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